venerdì 25 marzo 2011

SOS Cantieri: pronto soccorso per chi vende

L’esperienza e il know-how di Erif Real Estate sono al servizio dei costruttori in cerca di strategie di vendita efficaci con il progetto Cantiere Venduto.

Dalla crisi, lo scenario immobiliare è uscito cambiato nel profondo, e i costruttori sono i primi ad accorgersene. Commercializzare unità residenziali di nuova costruzione è sempre più difficile, e anche operazioni partite con le migliori prospettive spesso si trovano fare i conti con tempi di vendita che si allungano. «Gli strumenti tradizionali non bastano più -dice Luigi Barbato, presidente di Erif Real Estate-. Oggi per stare sul mercato servono competenze nuove: per prima cosa, la capacità di analizzare il territorio, con la sua storia, le sue tendenze e le sue necessità. E poi, ci vogliono un business plan di ferro e un’attenzione particolare per la comunicazione».

Erif Real Estate, società di costruzioni di riferimento per il Nord Ovest lombardo, ha maturato negli anni conoscenze ed esperienze proprio su questi fronti; e nel 2008 ha lanciato il progetto “Cantiere Venduto” per riuscire a commercializzare le proprie realizzazioni. Poi, dalla fine del 2010, grazie ai brillanti risultati ottenuti “in casa” lo ha aperto anche a società terze. L’iniziativa ha permesso a tanti costruttori e operatori immobiliari di pianificare operazioni di successo grazie a due elementi innovativi; spiega Barbato: «Il nostro reparto Due Diligence si occupa dell’analisi del territorio e del mercato locale: individuiamo i punti di forza e di debolezza dell’intera operazione e possiamo suggerire come correggere la rotta ancora prima di mettere in vendita gli immobili. Dopodiché, costruiamo e gestiamo un progetto integrato di commercializzazione, che utilizza in maniera innovativa il web e la comunicazione, dedicato al singolo cantiere, aumentando visibilità e contatti».

I risultati, nonostante la congiuntura negativa del mercato, si sono dimostrati importanti quasi immediatamente: a fine 2009, per i cantieri interessati di proprietà di Erif, i contatti erano aumentati dell’86%, gli appuntamenti del 68% e le vendite del 29%. Oltre i due terzi delle persone interessate all’acquisto, inoltre, erano arrivate proprio dal web. Dati che hanno spinto l’apertura del progetto anche a società terze; tra le realtà che hanno richiesto il servizio Cantiere Venduto ci sono la CILE S.p.A, importante società di costruzioni protagonista dell’operazione Le Terrazze del Roccolo a Canegrate, e Codelfa S.p.A, per la residenza Corte Fiorita di Novara. Con Cantiere Venduto sono arrivati in pochi mesi risultati apprezzabili (più sotto le case history).

«Coloro che si rivolgono a noi sanno che costruiremo per loro un progetto su misura, a 360°, e che avranno la nostra totale attenzione, cosa che un’agenzia immobiliare “classica” non può garantire -conclude Barbato-. Nei contesti urbani medio-piccoli ci dedichiamo a una sola operazione per volta, in modo da essere incisivi al massimo sul territorio e sul mercato mentre su grandi agglomerati, possiamo anche operare su differenti cantieri».
Per conoscere le zone ancora disponibili per Cantiere Venduto e per tutte le informazioni del caso, Erif Real Estate ha attivato il numero verde SOS Cantieri: numero verde 800.230.233, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 12,30 e dalle ore 14,00 alle 18,30.

Il progetto Cantiere Venduto per Codelfa SpA
La società di costruzioni Codelfa Spa ha iniziato la commercializzazione delle unità abitative del complesso residenziale “La Corte Fiorita” di Novara nel 2008. Nel mese di gennaio del 2011, data di partenza del progetto Catiere Venduto, non erano state effettuate vendite. Dopo tre mesi, le vendite effettuate sono cinque.
Attilio Brichetto, responsabile cantieri residenziali di Codelfa SpA:
Com’è cambiato il modo di operare nel processo di vendita di costruzioni residenziali dall’avvento della crisi a oggi?
«L’avvento della crisi ha modificato in maniera significativa il modo di operare nel processo di vendita delle nuove costruzioni, sicuramente il cliente acquirente oggi è molto più esigente di qualche anno fa, il motivo principale è certamente l’elevata offerta sul mercato che, permette al cliente di valutare numerose tipologie di appartamenti, allungando i tempi della vendita a circa 3 anni dopo la fine della costruzione. Per questi motivi credo sia importante affidarsi a strutture specializzate che possano dare un valore aggiunto nel servizio al cliente e che, conoscano alla perfezione quali siano oggi le esigenze degli acquirenti, la gestione delle varianti, delle pratiche di mutuo e della vendita delle permute dei clienti che si affacciano all’acquisto del nuovo dovendo vendere la prima abitazione».

Quali accorgimenti hanno dovuto prendere gli operatori del settore per fare fronte a un evidente calo delle vendite di costruzioni residenziali?
«L’evidente calo delle vendite, dovuto dall’elevato stock edilizio presente sul mercato e dalla restrizione da parte delle banche nel finanziare mutui prima casa, ci ha portato ad affidare le vendite dei nostri cantieri a società specializzate nella gestione del nuovo. Affidarci a al progetto Cantiere Venduto ci ha portato ottimi risultati in termini di visite presso il cantiere e sono già arrivate in poche settimane le prime vendite. A tal proposito possiamo dire che oggi a differenza di qualche anno fa risulta vincente affidarsi per la gestione delle vendite a società specializzate nella vendita del nuovo che, a differenza della classica agenzia immobiliare, sono preparate a gestire tutte le problematiche del cantiere».

Il progetto Cantiere Venduto per CILE Spa
La società di costruzioni CILE Spa ha iniziato la commercializzazione delle unità abitative del complesso residenziale la Le Terrazze del Roccolo a Canegrate (Milano) nel 2008. Nel mese di ottobre 2010, data di partenza del progetto Catiere Venduto, erano state effettuate quattro vendite. Dopo cinque mesi, le vendite effettuate sono 25.
Arch. Fulvio Esposito di CILE SpA:
Come è cambiato il modo di operare nel processo di vendita di costruzioni residenziali dall’avvento della crisi a oggi?
«Credo che l’avvento della crisi abbia cambiato in modo radicale la modalità di affacciarsi ai clienti da parte di noi costruttori, fino a pochi anni fa si davano per scontate molte cose che oggi, diventano dettagli importanti per la vendita delle abitazioni. Considerato l’elevato stock edilizio presente nella zona, cerchiamo di dare un valore aggiunto al cliente seguendolo in tutte le fasi dell’acquisto, affidandoci a società specializzate nella commercializzazione del nuovo che, conoscano le procedure del cantiere nel dettaglio, la gestione delle varianti e tutte le problematiche legato all’acquisto di una casa nuova».

Quali accorgimenti hanno dovuto prendere gli operatori del settore per fare fronte a un evidente calo delle vendite di costruzioni residenziali?
«L’evidente calo delle vendite ci ha sicuramente messo nelle condizioni di non lasciare nulla al caso, di essere attenti a tutti i dettagli legati alla costruzione e commercializzazione, sicuramente il primo passo è stato quello di affidare la commercializzazione del cantiere a una società specializzata nella vendita del nuovo, società che utilizzino strumenti di promozione in linea con le nuove tecnologie oltre a saper gestire al meglio le fasi del cantiere, la presenza sul web è per noi fondamentale per avere il maggior numero di contatti esterni al limitato bacino di utenza che offre Cangrate e conseguentemente più probabilità di avere appuntamenti».


Ufficio Stampa Erif Real Estate: Eo Ipso
Info: Stefano Morelli – Cell. 335.5920810 – Mail.
smorelli@eoipso.it

venerdì 18 marzo 2011

Vendesi Villa indipendente a Parabiago (MI)

Vendesi villa indipendente a Parabiago (MI) in Via Alfieri 69.

La villa immersa nel verde di un ampio giardino, permette di vivere in spazi ariosi.

Vicino al campo sportivo, dista solo pochi minuti dal centro.

Ben collegata, permette di raggiungere città come Milano e Varese grazie al vicino ingresso autostradale A8 Milano Laghi.






La villa circondata da un ampio giardino di sviluppa su un piano unico, più un piano semi interrato adibito a taverna con collegamento al box.

Dati tecnici :
Piano terra 180 mq
Semi interrato + box 220 mq
Giardino 640 mq
Totale area 800 mq

Prezzo di vendita € 800.000
Per maggiori info consultate il sito ufficiale:
http://www.villa-parabiago.it/

venerdì 11 marzo 2011

Ecco come cambia la casa degli italiani

Dalle carte da parati alle pareti colorate, dall’imprescindibile stanza di ingresso alla cucina a vista.

Addio
balcone, evviva la cucina over size!!!

Immobiliare.it: "un italiano su sei vuole la
cucina ad isola mentre il balcone si trasforma in vetrata o giardino d’inverno".

La società cambia e con essa la casa in cui viviamo.
Immobiliare.it, il principale sito del settore, ha analizzato le mode che hanno trasformato le nostre abitazioni negli ultimi 50 anni scoprendo (o riscoprendo) delle cose piuttosto curiose Dalle richieste degli oltre 6 milioni di italiani che ogni mese cercano casa sul web, è emerso che il balcone è il primo grande escluso dalle necessità della casa moderna. Il sempre maggiore bisogno di spazi e il minor tempo a disposizione per darsi alla cura delle piante, lo stanno trasformando via via in stanza con vetrate o giardino d’inverno e, numeri alla mano, oggi meno del 18% degli italiani cerca una casa col balcone.

Nel corso degli ultimi 50 anni, però, sono tanti i casi di stanze o ambienti che in poco tempo sono passati dall’essere considerati irrinunciabili all’essere evitati come se fossero il peggior errore possibile nel progettare una casa.

Il primo e più lampante esempio è quello del corridoio. Assolutamente importante, a livello di spazio occupato, in ogni casa costruita fino agli anni ottanta, è poi scomparso da tutte le planimetrie delle nuove abitazioni diventando il sinonimo di ‘’spazio sprecato”.

Altrettanto si può dire per l’ingresso che, soprattutto negli immobili costruiti a cavallo degli anni ‘60 e ‘70, non rappresentava solo una zona di passaggio per entrare in casa, ma era il biglietto da visita dell’appartamento ed era esso stesso una stanza.

Fra la fine degli anni ‘80 e, soprattutto, nei ‘90 questo concetto muta radicalmente, la porta d’ingresso introduce subito nel salotto, il cuore della casa, che difficilmente viene separato e diventa, per dirla all’inglese, living.
Un’altra evoluzione importante nella distribuzione della stanze è quella vissuta dalla cucina; fulcro e cuore della casa nell’Italia dei decenni scorsi, è pian piano diventata sempre più piccola per poi scomparire ed essere inglobata in altre stanze. Oggi vive una seconda giovinezza e diventa grande, anzi, grandissima.

Stando ai dati di Immobiliare.it, se a livello totale il 16% di chi cerca casa richiede esplicitamente una cucina ad ”isola”, nella fascia medio alta questa percentuale arriva al 38% e il 14% di queste richieste arriva addirittura a specificarne la marca.

Secondo Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it, ”Alla base di queste modifiche risiedono ragioni economiche, ma sono intervenute anche variazioni di carattere sociale; il numero crescente di single, la madre sempre più spesso lavoratrice e, non ultima, la fame di spazi. Le cucine ”tradizionali”, ad esempio, resistono soprattutto nel Sud d’Italia, mentre al Nord la cucina assume spazi enormi e diventa oggetto di arredamento vero e di design con ”l’Isola fuochi o i banconi all’americana. Anche questi ultimi un must negli anni ‘80”.

Il progresso tecnologico, anche se può sembrare strano, spesso rende inutili alcuni ambienti. È stato così per lo studio, una stanza che veniva usata fino agli anni ‘90 come luogo di lettura, di ascolto della musica o di relax ma anche, per i professionisti soprattutto, come luogo dove svolgere parte dell’attività lavorativa.

Questa stanza, tipica delle case delle famiglie socialmente medio-alte, ha avuto periodi di grande richiesta soprattutto negli anni ‘80, ma oggi, in un momento in cui, le connessioni wi-fi, la tecnologia e la sua portabilità permettono di lavorare in qualsiasi stanza, è quasi del tutto scomparsa dalle planimetrie italiane.

Si può dire che anche il ripostiglio abbia rappresentato una moda immobiliare. Soprattutto al Nord aveva la funzione di lavanderia e dato che era già presente la predisposizione per tutti gli attacchi necessari, veniva ricavato sacrificando un pezzo della cucina. Nel ripostiglio si stipava di tutto; non solo le cose necessarie alla pulizia e al riordino della casa, ma anche valigie, giochi in disuso, vestiti di carnevale o scatoloni con decorazioni natalizie e statuine del presepe.

Negli anni a cavallo fra i ‘90 e il 2000, però, la lavatrice ”esce” dal ripostiglio per entrare (sia pure con forme di design meno classiche) nei bagni o, addirittura, nella cucina stessa, mentre scatoloni e valigie ”prendono il volo” e vengono stipati nei controsoffitti (la ”fame di metri quadri” è talmente grande che si comincia a pensare come sfruttare i soffitti, e ci si riesce) o si ”inabissano” in cantine e garage nelle parti comuni dei condomìni.

Un’altra moda immobiliare (anche questa volta soprattutto ”femminile”) è stata quella della cabina armadio. In questo caso (il periodo in cui si comincia a diffondere e la fine degli anni ‘90, per poi imporsi prepotentemente negli anni 2000 e resistere tutt’oggi in molti contesti) non sempre è necessaria una stanza in più: grazie a sistemi modulari che si adattano a ogni esigenza si possono comporre soluzioni ‘’su misura” che sfruttano le pareti al centimetro.Possono quindi bastare pochi metri quadrati per avere uno spazio per gli abiti (e le scarpe!) comodo e ben organizzato.

È stata poi la volta dei secondi bagni ciechi (inconcepibili negli anni ‘60), ma oggi una vera e propria risorsa (anche per il venditore che può vantare un secondo bagno, magari di soli 4 metri quadrati). Anche qui non ci sono vie di mezzo e se il secondo bagno può essere cieco, soprattutto nelle case di fascia medio alta, il primo diventa veramente enorme con dimensioni spesso comprese fra i 12 e i 15 metri quadri.

Ci sono poi delle mode che riguardano gli elementi di rifinitura; dai pavimenti alle pareti, dagli infissi ai soffitti. Partendo dai pavimenti, fino agli anni ‘70 ogni stanza aveva un tipo di piastrelle diverso da quello della stanza attigua, poi è stata la volta delle moquette (oggi considerate il paradiso dell’acaro e dello sporco) mentre ora viene usato quasi ovunque il parquet, ormai diffusissimo persino negli uffici.

Analoga considerazione può essere fatta per l’idea di soppalcare le stanze: pochi decenni fa non era un’abitudine in uso, ma gli ambienti limitati e le necessità di avere maggior spazio a disposizione senza potersi permettere una casa più grande, ne ha diffuso la consuetudine. Non solo si opera un abbassamento del soffitto dove collocare valigie e oggetti di uso non frequente, ma si va a creare, dove un’altezza adeguata lo permette, una vera e propria stanza.
Un’ultima nota va fatta riguardo alle pareti. Questo è l’elemento della casa più assimilabile al suo ”vestito” e quindi, più influenzato dalla moda del momento: dalla tappezzeria che adornava le pareti delle case fino agli anni 70, al monocolore dei decenni successivi fino allo spugnato, lo stucco veneziano e le tinte trendy proprie dei nostri tempi.
Chi ormai non ha almeno una parete della casa colorata?

[ Fonte: Mondocasablog.com ]

venerdì 4 marzo 2011

E' ancora crisi o c'é una svolta?

La recessione economica mondiale potrebbe rappresentare un’opportunità di svolta per il settore dell’ingegneria strutturale.

Quando il lavoro è abbondante, di solito le aziende sono poco incentivate a cambiare le loro metodologie o strategie di lavoro. Sebbene a livello europeo sia estremamente vario e frammentato, il settore dell’ingegneria strutturale condivide questa scarsa propensione al cambiamento da almeno una ventina d’anni. Da una recente ricerca paneuropea condotta da Autodesk è risultato che oltre il 64% degli studi di ingegneria strutturale continua ad utilizzare carta e penna per le comunicazioni interne e si fonda su metodi di lavoro tradizionali profondamente radicati e per questo difficili da soppiantare e rinnovare.
Tuttavia, quando il lavoro comincia a scarseggiare, il cambiamento diventa un imperativo per la propria sopravvivenza.

Secondo l’organismo di ricerca Euroconstruct, la crisi che ha colpito il comparto delle costruzioni nell’Europa occidentale è stata quella più dura, determinando un calo della produzione pari all’8.8% nel 2009. Molti commentatori concordano nel ritenere che questa situazione possa rappresentare un vero e proprio spartiacque e una svolta verso l’adozione di nuove strategie di lavoro più efficienti.

Da subito, infatti, alcuni dei maggiori studi multidisciplinari hanno incominciato ad implementare il processo di Building Information Modelling (BIM) per sviluppare i loro progetti.

Ciò nonostante, sono ancora numerose le imprese che rimangono recalcitranti all’idea di cambiare la propria metodologia di lavoro, così come gli architetti con cui lavorano in partnership. Negli studi di ingegneria strutturale, di solito ingegneri e tecnici lavorano secondo compartimenti stagni: i primi si occupano di analisi e progettazione, i secondi di produrre la relativa documentazione, utilizzando disegni su carta e annotazioni in matita come principale strumento di comunicazione. Questo modo di lavorare separatamente e con scarsi livelli di condivisione ha un impatto negativo sia sulla comunicazione che sull’ambiente di lavoro in generale.

Solo gli studi che sono già strutturati in team hanno incominciato a introdurre nuove pratiche di lavoro: in queste organizzazioni ingegneri e tecnici non lavorano più in aree separate, ma formano delle vere e proprie squadre di lavoro interconnesse, ognuna delle quali si dedica ad un comparto in particolare, come healthcare, residenziale, commerciale ecc.

Circa l’80% degli intervistati ha rivelato di adottare tecnologie 2D CAD, spesso accompagnate da specifici add-on. Gli studi che sono già strutturati in team, invece, stanno scoprendo i vantaggi derivanti dall’impiego di tecnologie più all’avanguardia caratterizzate da una miglior interconnessione fra strumenti di analisi, progettazione e documentazione, come le applicazioni per il Building Information Modelling (BIM) quali Autodesk Revit Structure, integrato con Autodesk Robot Structural Analysis.

Il Building Information Modeling (BIM) è un processo integrato basato su informazioni coordinate e affidabili relative a un progetto, che vanno dalla fase di progettazione alla costruzione, fino alla fase operativa. Grazie all’utilizzo del BIM, architetti, ingegneri, costruttori e committenti possono facilmente creare documenti e informazioni di progetto digitali più coordinate. Possono avvalersi di queste informazioni per visualizzare, simulare e analizzare le prestazioni, la forma e il costo; infine, possono consegnare il progetto in modo più rapido, attendibile, economico e con un impatto ambientale ridotto.

Il BIM per ingegneri strutturisti segue questa stessa metodologia per l’intero processo di progettazione strutturale, focalizzandosi su un modello digitale che può essere utilizzato per il coordinamento con architetti, ingegneri meccanici, elettrici, idraulici e ingegneri civili. Il modello digitale deve essere integrato con documentazione di analisi, elaborati progettuali e grafici e deve essere esteso dalla progettazione alla realizzazione. Grazie a questo tipo di strumenti, il modello dell’edificio e tutte le sue viste sono parte di unico sistema informativo. Ciò significa che le modifiche apportate in qualsiasi parte della struttura devono essere effettuate una volta soltanto, in quanto una modifica in un punto qualsiasi viene riprodotta in tutto il progetto automaticamente.

Ne consegue un deciso miglioramento del livello di comunicazione e coordinazione fra tecnici e ingegneri e fra gli studi di ingegneria e gli altri professionisti esterni coinvolti nel progetto; questa funzionalità fa la differenza in fatto di facilità d’uso e reattività del sistema, contribuendo alla sostanziale eliminazione degli errori di coordinamento e a una migliore qualità generale della documentazione.


[ Fonte: Mondocasablog.com ]