Da anni si parla di Social Housing come risposta all'accentuarsi del fabbisogno abitativo in emergenza per la crisi. Tanti dicono che il Social Housing è il futuro, ma di cosa si tratta e a che punto siamo in Italia?
Il Social Housing è una vera e propria politica abitativa che
si fonda su tre principi fondamentali:
1. Progettare
abitazioni di qualità;
2. Garantire
sostenibilità ambientale ed efficienza energetica;
3. Contenere i
prezzi.
Le social housing offrono piccoli appartamenti dotati di tutti i
confort con qualche locale in comune come la lavanderia, la sala hobby, a volte
la cucina e il giardino, a contratti quinquennali e soprattutto ad affitti
bassi.
Chi può chiedere una
casa sociale in affitto?
Ne hanno diritto tutti coloro che non sono tanto benestanti
da affrontare un canone mensile per un appartamento residenziale, ma nemmeno
tanto povere da poter ottenere le case popolari.
Recentemente il Governo Renzi ha stanziato misure per
risanare il mercato immobiliare con il Piano
Casa 2014. Trai vari interventi c’è quello di agevolare lo sviluppo del
social housing con detrazioni fiscali.
Tra i vantaggi c’è la
possibilità di riscattare gli alloggi sociali da parte degli inquilini al
termine della locazione settennale, con previsione di alcuni vantaggi per
l’acquisto dell’abitazione locata.
Peculiarità del Social
Housing
Si sviluppa per fronteggiare un particolare fabbisogno
abitativa introducendo aspetti innovativi sulla sostenibilità ambientale e
sulla riduzione della frammentazione sociale nelle città.
Fermo restando l’impegno pubblico all’impiego di risorse per
assicurare il bene casa alle fasce più disagiate della popolazione e la libera
azione del mercato privato per soddisfare la domanda delle fasce maggiormente
agiate, si compiono sforzi finanziari e gestionali congiunti per garantire sia
un’abitazione decorosa a costi compatibili con le possibilità di spesa dei
redditi medi, sia un ragionevole profitto imprenditoriale dell’attività.
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